Fulmini e Saette!
Il colpo di fulmine che ci ha fatto innamorare della nostra barca è un dolce ricordo e tale rimarrà per sempre, fino alla prossima barca almeno...! Altri ricordi, invece meno romantici li può lasciare il fulmine vero, quello elettrico, detto anche “Saetta” per gli amici e che Zeus si diverte sparacchiare a destra e manca. E quel tipo ci vede bene, perché raramente sbaglia un colpo! vero? Si! Più seriamente, i fulmini, rappresentano da sempre una reale fonte di problemi per le barche. Inoltre, il cambiamento climatico ne ha incrementato la loro frequenza ed intensità.
Perché?
Dal 1850 ad oggi si registra un aumento delle temperature di circa +0,6°C su scala mondiale. In particolare, in Europa, le temperature sono aumentate in media di +1°C dalla fine del XIX secolo su terra ferma mentre nel Mar Mediterraneo si registra un aumento medio di ben 1,5°C!
Poca roba? Mica tanto!
Secondo un meccanismo ben noto, questa "piccola" differenza di temperatura accelera esponenzialmente l'evaporazione di milioni di metri cubi di acqua, aumentando così la frequenza e l’intensità dei temporali. E qui casca il fulmine, si, perché chi dice temporali dice fulmini e saette! Il risultato è che le zone più "calde" di un mare, ossia le sue coste, saranno le più soggette a questi eventi e quindi ai colpi di fulmine! Voilà, proprio dove ci piace portare le nostre barche!
Cosa si puo’fare?
Poco, il fulmine è un evento violento ed imprevedibile, lo si evita solo grazie ad un po’ di fortuna (altri la chiamano diversamente…) Esistono però dispositivi che possono aiutarci ad proteggere barca e passeggeri. Il parafulmine è il dispositivo principe che attira la saetta scaricando la corrente a terra. Che ci si trovi a terra o in mare, il principio è dunque simile. In barca l’obbiettivo sarà di portare la scarica elettrica dal punto A al punto B evitando cosi danni allo scafo, proteggendo gli occupanti e limitando al massimo i danni all’elettronica di bordo. In parole semplici si deve creare una messa a terra tramite diversi dispositivi disponibili in commercio. Sulla barca sarà spesso la piccola antenna del VHF montata in testa d’albero (o altrove se barca a motore) a prendere la cosiddetta “Sberla!”. (Sì, è vero, termine poco tecnico ma molto, molto più chiaro). Per una barca a vela, la scarica passerà per lo più attraverso l’albero di alluminio o in carbonio (anche da quello in legno che pero’ conduce di meno ma, se bagnato, la sua conduttività superficiale aumenta di maniera esponenziale) mentre le sartie in acciaio inossidabile sono conduttori meno efficaci. L’albero diventa dunque il “punto di cattura” o entrata del fulmine e la chiglia, in ghisa o piombo, diventerà il “punto di fuga” o scarico.
Quale collegamento tra cielo e terra?
La connessione tra albero e chiglia è fondamentale per chiudere il circuito e permettere alla corrente si entrare e uscire senza propagarsi sulla barca. A questo merito, una treccia o un cavo in rame con dimensioni minime di circa almeno 5.19 mm si riveleranno già efficaci. La definizione tecnica esatta è “AWG 4 gauge”. Nota: la scarica del fulmine preferisce correre alla superficie del conduttore. Per questa ragione, una treccia in rame non ossidata si dimostrerà spesso più efficace del semplice cavo a causa della maggiore superfice disponibile. Nel caso in cui non ci sia chiglia, si monterà un sistema di elettrodi a dissipazione per estendere al massimo la superfice di contatto con l'acqua tramite una piastra di almeno 15 cmq. al fine di dissipare la scarica del fulmine attorno alla barca. Ma come ben sappiamo, un cuore d’acciaio non cede facilmente alla passione ed ai colpi di fulmine, la migliore protezione la troviamo quindi su una barca in metallo. Che sia di acciaio o di allumino, la barca in metallo è una vera propria gabbia di Faraday “naturale” capace di assorbire la scarica di un fulmine con poche conseguenze sia per lo scafo che per i passeggeri! Si tenga sempre presente che la progettazione e l’installazione dei dispositivi atti alla protezione da fulmine per imbarcazioni al di sotto dei 24 mt è inquadrata dalla norma “ISO 10134 – Small Craft – Electrical devices – Lightning protection”.
Per una corretta installazione di questi dispositivi facciamo quindi sempre e solo riferimento a professionisti qualificati in grado di consigliarci e garantirci la sicurezza delle installazioni fornite. Nota: coerentemente con quanto sopra, non citeremo dunque qui i vari metodi spesso empirici o di fortuna utilizzati da diportisti o suggeriti da alcuni manuali di navigazione. La loro efficacia non è provata mentre la loro messa in opera è spesso origine di gravi danni per lo scafo, per gli accessori e per i passeggeri a causa, ad esempio, delle potenziali scintille che si potrebbero generare tra i vari elementi utilizzati, spesso difettosi e mal assemblati.
Esiste la scarica indiretta?
Si. Anche se il fulmine non colpisce direttamente la nostra barca, non siamo necessariamente al riparo da eventuali danni. La scarica genera un importante campo elettromagnetico intorno all'area di impatto. Questo campo è in grado di propagarsi per diverse decine di metri e di danneggiare le apparecchiature elettriche che incontra sul suo cammino. Questo fenomeno è chiamato induzione elettromagnetica. Nel porto, la probabilità di un impatto diretto è molto più bassa grazie ai vari elementi naturali o strutturali che fungono da parafulmine. Ciononostante, è concreto il rischio di una sovratensione attraverso le colonnine del pontile. In effetti un fulmine, anche relativamente lontano, può causare una sovratensione sulla rete e danneggiare gli apparecchi a lei collegati. Inoltre, se l'albero di una barca vicina è stato colpito, oltre al rischio di induzione di cui abbiamo parlato sopra, non è improbabile la formazione di un arco elettrico tra il suo albero e il nostro.
Come proteggerci in mare aperto?
Su barche in poliestere o in legno, la sicurezza dipenderà unicamente dal tipo messa a terra. Il consiglio e di rimanere al chiuso ed evitando però si stare troppo vicini all’albero e al livello della linea di galleggiamento. Su barche “open” invece il rischio per i passeggeri di essere colpiti da fulmine è molto più elevato.
In mancanza di coperta o cabine, la priorità sarà di fare rotta verso il porto più vicino cercando stare il più possibile rannicchiati durante il tragitto al fine di ridurre al massimo l’effetto parafulmine rappresentato da elementi verticali su superfici piane quali i passeggeri in piedi. Se non possiamo tornare in porto, cercheremo allora di andare con la massima prudenza sotto costa, magari dentro una cricca o sotto i suoi rilievi (beninteso laddove sia possibile farlo senza metterci in ulteriore pericolo!).
La probabilità di essere colpiti da un fulmine qui sarà ridotta dalla presenza di altri oggetti alti nelle vicinanze.
Curiosità sul fulmine:
Un fulmine non cade mai due volte nello stesso posto.
FALSO. La Torre Eiffel viene colpita in media 5 volte all'anno.
Contando i secondi che separano il lampo dal tuono è possibile conoscere la distanza del temporale.
VERO. Dividendo questo intervallo per 3, otteniamo (approssimativamente) la distanza che ci separa dall'ultimo impatto. Ripetendo l'operazione possiamo valutare se il temporale si allontana o si avvicina.
Essere colpiti da un fulmine è sempre fatale?
FALSO. Il 90% delle persone colpite da un fulmine sopravvive, ma il più delle volte con postumi – (attenzione, un amico “Fulminato” non è uno che è sopravvissuto al fulmine!)
Non si deve toccare una persona colpita da un fulmine.
FALSO! Al contrario, gli si deve immediatamente portare assistenza! La carica elettrica si dissipa immediatamente, non c'è nessun rischio nel toccare la persona colpita.
È più probabile essere colpito da un fulmine che vincere alla lotteria.
VERO. La probabilità di essere colpiti da un fulmine è 1/250.000 contro 1/19.000.000 di vincere la lotteria. (Ok, questa era facile, è risaputo che se la fortuna è cieca la sfortuna ci vede benissimo, vero? Si!)
In conclusione
Se ad ogni fulmine la sua barca, ad ogni barca la sua polizza Pantaenius! Alla luce di quanto sopra, abbiamo visto brevemente che i colpi di fulmine in barca non sono solo quelli che ci fanno innamorare ma piuttosto quelli che ci fanno incavolare, o peggio! Ma state tranquilli, la polizza Pantaenius è concepita proprio per assistervi e proteggervi anche per questo! Se proprio dovesse accadere, ve ne innamorerete al primo colpo di fulmine! Promesso!
E’ normale, siamo Pantaenius!